domenica 1 settembre 2013

L’approccio al sesso cambia in base all’età


By: www.sexyshop-sexyglamour.it

Esiste un’età per il sesso? E se sì, quando si è troppo giovani o troppo anziani per amare? In realtà amore e sesso possono essere vissuti a ogni età, purché sussista la voglia e l’energia fisica sufficiente. Ma certamente fare l’amore a 20 anni non è uguale a farlo a 50. Vediamo insieme come cambia l’approccio con l’altro sesso con l’avanzare degli anni.

Il sesso a 20 anni
L’età media della prima volta tende ad abbassarsi progressivamente: in realtà, va detto che è sconsigliabile fare sesso finché non sia stata raggiunta la minima maturità per comprenderne l’importanza.
Ogni caso è a sé, ma approssimativamente possiamo collocare “l’età giusta” intorno ai 19-20 anni. In questa fascia d’età il sesso è prima di tutto “esplorazione”: un modo per conoscere meglio il proprio corpo e quello del partner.
Generalmente i rapporti vengono vissuti con la leggerezza tipica di questi anni e, più che alla qualità, si dà importanza alla quantità. Alcuni studi hanno dimostrato che i preliminari sono quasi inesistenti e che spesso dopo i primi rapporti i ragazzi aumentano la loro autostima, mentre nelle coetanee si genera il meccanismo opposto.
Nel sesso adolescenziale si riversano tutte le insicurezze di quest’età: l’ansia da prestazione è una problematica che va gestita adeguatamente per impedire che sfoci in disfunzioni come eiaculazione precoce, calo del desiderio o impotenza.

Il sesso a 30- 40 anni
Avvicinandosi ai trenta, si matura fisicamente e psicologicamente: cambia il modo di intendere i sentimenti e anche il sesso. I rapporti fisici vengono affrontati con maggiore disinvoltura e consapevolezza.
Un recente studio pubblicato sulla rivista di settore Health plus conferma questa tendenza: il 77% delle donne afferma di raggiungere la piena soddisfazione sessuale intorno ai 40 anni. Statisticamente va anche detto che in questa fascia d’età i rapporti sono più stabili e quindi si raggiunge una maggiore intimità con il partner. Ma è anche una questione ormonale: verso i 40 anni il testosterone raggiunge il suo picco massimo.

Il sesso dopo i 50 anni
Fino a poco tempo fa il sesso dopo i 50 anni era un argomento tabù: in realtà oggi la maggior parte delle coppie di questa età ha un vita sessuale soddisfacente.
Come cambia il sesso invecchiando? Ovviamente si assume maggiore consapevolezza del proprio corpo, ma questo non vuol dire necessariamente routine e monotonia. In realtà è proprio questa l’età in cui aumentano le fantasie erotiche delle donne, ormai in piena menopausa e quindi libere dalla paura di gravidanze indesiderate.
Nell’uomo si ha un’inevitabile riduzione del testosterone, ma questo non corrisponde necessariamente a un calo del desiderio.

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sabato 31 agosto 2013

18 volte al giorno! Gli uomini pensano al sesso quanto al cibo e al sonno

By www.sexyshop-sexyglamour.it 

Uno spogliatoio di una palestra. Nella stanzetta ci sono due uomini e due donne avvenenti. Le donne prendono il necessario per cambiarsi e si spostano in un’altra stanza. Finita l’operazione, rientrano, ma uno degli uomini si sta ancora cambiando. Scoperto il bell'uomo mezzo nudo, le donne fanno per tornare indietro quando gli uomini iniziano a dire “ma certo, adesso ogni scusa è buona per guardarci. Lo fate apposta, eh?”Le donne, stupite, si squadrano fra di loro.
 Ma non era il contrario, una volta
Non era l’uomo che cercava di spiare piccole parti di corpo distrattamente - o sapientemente - esibite? Non era l’uomo colui che faceva di tutto pur di conquistare un abbraccio, un bacio o al massimo una toccatina dalla donna reticente? Perché invece, oggi, questi signori educati, colti e vanesi si sono impossessati della capacità, tutta femminile e vezzosa, di dire di no all’amplesso?
Sarà che la donna ha meno pudore a manifestare la propria voglia di arrivare a consumare l’atto intimo, ma, ultimamente, sembra che le femmine pensino al sesso quasi più dei loro compagni.

Assurdo? Forse, ma a sentire i racconti fra amiche, il problema non è più quello di respingere focosi e continui assalti di uomini dediti solo al piacere fisico, ma di convincere compagni riluttanti, per noia, pigrizia, stanchezza o assurde e complicate paranoie intellettuali a intraprendere un minimo atto erotico.
Queste ed altre angosciose considerazioni devono aver occupato la mente di alcuni ricercatori della Ohio State University di Mansfield (USA) che hanno deciso di verificare quante volte in un giorno il pensiero di uomini e donne cada sul sesso e cosa ci sia, in effetti, nella mente del maschio.
Indagini precedenti avevano dato l’impossibile risultato di “ogni 7 secondi”, cosa che, oltre ad essere tecnicamente complessa, contribuirebbe alla tesi della stretta parentela del maschio con il collega gorilla.
Nessun uomo, per quanto affamato e digiuno, rivolge il proprio pensiero al sesso ogni 7 secondi. Vuol dire non aver spazio per nient’altro. Niente. Un po’ eccessivo, anche per i più disperati. Il problema è stato quello di ottenere risultati credibili, scevri dai consueti problemi che riguardano le ricerche sul tema della sessualità. Cioè, se dico ad un uomo che sto conducendo una ricerca sul sesso, quella minima parte di orgoglio animale, unito al sempre presente complesso del “io sono il migliore, l’amante più appassionato del mondo” farà rispondere al soggetto in questione in modo esagerato e pacchiano.
Gli scienziati si sono muniti di pazienza e astuzia. Hanno mascherato il tutto come studio sulla salute. Poi hanno chiesto agli intervistati, misti, di segnare l’argomento dei propri pensieri. Il risultato?

Gli uomini pensano al sesso 18 volte al giorno, mentre le donne si fermano ad un confortante 10 volte al giorno.


Certo, essendo uno studio, il numero riporta la media matematica. C’è stato qualcuno che ha tristemente dichiarato di rivolgere la sua mente al sesso solo una volta al giorno, mentre altri hanno dichiarato 388 volte al giorno. Gli altri pensieri che occupano la mente maschile sono il cibo e il sonno, a pari merito.Il maschio che esce fuori dalla statistica non è esattamente quello che una donna vorrebbe incontrare. L’uomo che non ha una gran voglia di fare l’amore, ma pensa piuttosto ad accaparrarsi il lato migliore del letto o una cena degna di questo nome non conquista, non seduce e, alla lunga stanca.

Avvertire l’altrui desiderio è lusinghiero per tutti. Sentire che un uomo ci vuole predispone qualsiasi femmina all’amore fisico e morale. Senza la tensione che il desiderio produce, qualsiasi rapporto è destinato ad una brutta rottura.


L'elisir della lunga coppia?  Pensare al sesso, averne voglia, dimostrare desiderio e consumare con più gioia possibile!



Anche più volte al giorno.


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sabato 24 agosto 2013

Sesso al mattino: come svegliarsi in modo molto piacevole

Offerto da: www.sexyshop-sexyglamour.it

Sembra che esperti, tecnici e studiosi spendano tempo e denaro per condurre ricerche  che ci confermino che Si, il sesso fa bene.
Perché, in una società dove il sesso è esibito, sbandierato e usato per i più turpi fini commerciali si debbano ancora cercare motivazioni per ribadire che fare sesso ci fa più sani e più belli, è un mistero di difficile soluzione.


Forse manca la consapevolezza. Fare sesso è divertente, o almeno dovrebbe esserlo. Se diventa una noia, bisognerebbe cercare un rimedio, trovare una soluzione, cambiare l’impostazione del rapporto. Preferiamo leggere di quanto siano felici gli altri, quelli che si svegliano sbaciucchiando e stuzzicando il partner, invece che tentare di fare più sesso, o almeno di farlo in modo migliore.
Allora, visto che bisogna ribadirlo, lo confermiamo: fare sesso al mattino fa bene, fa iniziare la giornata con un umore più piacevole, un’energia migliore e con il sorriso sulle labbra.
Per tante, innumerevoli e giuste ragioni.

La prima è che il sesso è un’attività fisica, quindi è equiparabile ad una corsetta o a una serie di esercizi a corpo libero. Dipende da quanto siete creativi e agili. Comunque, invece che iniziare la giornata saltellando come degli esaltati davanti alla consolle WII, ricorrete ad un buon match erotico. Come ogni movimento del corpo, ossigena la pelle, aiuta la circolazione del sangue, rende più forte il cuore e più saldo il legame. Insomma, aiuta a combattere le malattie. Come diceva un antico proverbio “farlo una volta al giorno toglie il medico di torno”. Il proverbio parla di una mela, è vero. Ma è una metafora, suvvia, andate oltre.
Non vi basta la motivazione ginnica? Neanche le quasi 300 calorie bruciate? Allora sappiate che farlo può aiutare nei casi di ipertensione, disturbo di cui soffrono tantissimi uomini in Italia, specialmente una volta superati i 50 anni. Non sarà che dopo i 50 le signore fanno più fatica a concedersi?



Invece di riempire il vostro compagno di abbatti-pressione, provate con una maratona erotica. Magari poi le pillole ci vorranno lo stesso. Ma almeno il vostro uomo sarà felice di prenderle.

La saggezza popolare, poi, associa da sempre una buona vita sessuale con la riduzione del rischio di infiammazione di quel pericoloso aggeggio che è la prostata. Volete un uomo pronto e sano, anche se non è proprio un ragazzino? Fate l’amore. Più volte, se possibile. Almeno 3 volte a settimana. I maschi non sono poi così difficili da mantenere in salute. Hanno bisogno di mangiare, bere e fare sesso. Una volta soddisfatti gli istinti primari, riescono a concentrarsi sulle vostre esigenze. Quindi, prima li amate. Poi gli mettete in mano la pila delle bollette da pagare e gli sussurrate con grazia “pensaci tu”.
Se riuscite a cominciare, ad essere coinvolte e ad appassionarvi alla questione, se riuscite, insomma, a raggiungere l’orgasmo, potete contare su un’altra serie di benefici.
Le endorfine, prodotte durante il momento di massimo appagamento, aiutano a ridurre la percezione del dolore. Quello fisico, ma anche quello morale.
Il mal di testa svanirà, il crampo addominale si attenuerà, la sindrome da sono un brutto anatroccolo, non mi vuole nessuno sarà solo un lontano ricordo. Chi ha bisogno di riempirsi la testa di paranoie, dopo un bell’orgasmo? Chi ha voglia di preoccuparsi/angosciarsi/arrovellarsi, dopo aver raggiunto le porte del paradiso? 
Un’attività sessuale costante, ammesso che riusciate a trovare la voglia di iniziare, riduce il rischio di malumore e quindi, mantenendo il livello dell’io ad uno stadio alto (leggi: mantenendo più allegri), aiuta a combattere la depressione. E’ stato provato da fonti scientifiche, non stiamo inventando il dato per farvi piacere
Se volete star lontani da quello che è uno flagelli di quest’epoca di benessere, fate sesso. Poi rifatelo. E fatelo ancora.Infine, una ricerca dell’Università di Yale ha dimostrato che il buon sesso (buono lo aggiungiamo perché far del brutto sesso non ha senso e mette di malumore) aiuta a prevenire l’endometriosi, patologia che rende la vita di tante donne un piccolo inferno.
Insomma, dopo un bell’orgasmo siamo più belli, più sani, più allegri e meglio disposti verso il prossimo.
Davvero abbiamo ancora bisogno di ricerche che ci incoraggino a fare più sesso?
Invece di riempire il vostro compagno di abbatti-pressione, provate con una maratona erotica. Magari poi le pillole ci vorranno lo stesso. Ma almeno il vostro uomo sarà felice di prenderle.
La saggezza popolare, poi, associa da sempre una buona vita sessuale con la riduzione del rischio di infiammazione di quel pericoloso aggeggio che è la prostata. Volete un uomo pronto e sano, anche se non è proprio un ragazzino? Fate l’amore. Più volte, se possibile. Almeno 3 volte a settimana. I maschi non sono poi così difficili da mantenere in salute. Hanno bisogno di mangiare, bere e fare sesso. Una volta soddisfatti gli istinti primari, riescono a concentrarsi sulle vostre esigenze. Quindi, prima li amate. Poi gli mettete in mano la pila delle bollette da pagare e gli sussurrate con grazia “pensaci tu”.
Se riuscite a cominciare, ad essere coinvolte e ad appassionarvi alla questione, se riuscite, insomma, a raggiungere l’orgasmo, potete contare su un’altra serie di benefici.


Le endorfine, prodotte durante il momento di massimo appagamento, aiutano a ridurre la percezione del dolore.
Quello fisico, ma anche quello morale.
Il mal di testa svanirà, il crampo addominale si attenuerà, la sindrome da sono un brutto anatroccolo, non mi vuole nessuno sarà solo un lontano ricordo. Chi ha bisogno di riempirsi la testa di paranoie, dopo un bell’orgasmo? Chi ha voglia di preoccuparsi/angosciarsi/arrovellarsi, dopo aver raggiunto le porte del paradiso?


Un’attività sessuale costante, ammesso che riusciate a trovare la voglia di iniziare, riduce il rischio di malumore e quindi, mantenendo il livello dell’io ad uno stadio alto (leggi: mantenendo più allegri), aiuta a combattere la depressione. E’ stato provato da fonti scientifiche, non stiamo inventando il dato per farvi piacere.
Se volete star lontani da quello che è uno flagelli di quest’epoca di benessere, fate sesso. Poi rifatelo. E fatelo ancora.Infine, una ricerca dell’Università di Yale ha dimostrato che il buon sesso (buono lo aggiungiamo perché far del brutto sesso non ha senso e mette di malumore) aiuta a prevenire l’endometriosi, patologia che rende la vita di tante donne un piccolo inferno.

Insomma, dopo un bell’orgasmo siamo più belli, più sani, più allegri e meglio disposti verso il prossimo.

Davvero abbiamo ancora bisogno di ricerche che ci incoraggino a fare più sesso?


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mercoledì 21 agosto 2013

L'orgasmo delle donne? E' più lungo ed intenso.



 L'orgasmo più intenso e più lungo...

E’ quello della donna che, a quanto dicono i medici della Rutgers University del New Jersey, nel momento dell’amplesso se la gode più dell’uomo grazie alle ben 30 aree del suo cervello che vengono attivate.

  
Dall'ipotalamo, che regola temperatura, fame, sete e stanchezza, al nucleus accumbens, responsabile del piacere, fino al nucleus caudato, il sensore degli stimoli esterni e delle capacità decisionali: il piacere al femminile è una vera e propria mappa che percorre più o meno tutto il cervello.


L'esperimento è stato effettuato su un campione di 16 donne che, sottoposte a risonanza magnetica, hanno dovuto masturbarsi stese su un lettino, mentre lo scanner fotografava il cervello ogni due minuti. E’ così che, ad una ad una, si sono “illuminate” tutte le zone del cervello chiamate in causa prima e durante l’orgasmo. E non solo: la durata degli orgasmi era tra i 10 e i 20 secondi, contro i soli 7 calcolati nell'uomo. Alcune pazienti, inoltre, hanno anche avuto orgasmi multipli, a distanza di due o tre minuti.

Come dire... anche in questo le donne ci mettono di più la testa. ;-)

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domenica 18 agosto 2013

Le 10 scuse migliori per dire NO a letto!

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C'era una volta il mal di testa. L'occhiata languida del maschio si dirigeva, con aria speranzosa, in direzione della partner. La quale, recepito il messaggio subliminale, aggrottava le sopracciglia e stringeva gli occhi.

 

"Oh, caro, che mal di capo ho stasera…"
La temuta frase echeggiava sempre in direzione univoca. Dalla femmina, di rosa vestita, al maschio, capofamiglia in tenuta da ufficio. Erano tempi in cui le donne, avvolte da vaporose vestaglie, trascorrevano un'esistenza serena, senza troppe richieste. Oggi, nell'epoca del sesso esibito, sbandierato e preteso, le cose sono cambiate. A toglierci il primato della battuta pronta è lui, il nostro compagno. Nelle classifiche, la scusa maschile sta recuperando terreno rispetto al rifiuto femminile e si avvia verso un rispettabilissimo posto sul podio.
Uomini e donne, dunque, uniti da un unico lamento: Sono stanca/sono stanco. 



 
La regina delle proteste si presenta così: banale, grigia, priva di afflato artistico. Ma inattaccabile. Una delle costanti di questa società è la pratica del lamento reiterato. Sempre, inevitabilmente, per eccessiva stanchezza. La frase "Non ce la faccio più" potrebbe benissimo sostituire il Buongiorno mattutino. Niente da obiettare, quindi, all’universale bufala rifilata da entrambi i sessi. In questo, almeno, abbiamo ottenuto la parità.
Al secondo posto si piazza, secondo quanto riportato dal sito di sondaggi OnePoll.com, "Non ho voglia", ancora sulla bocca di entrambi i sessi. Sgradevole, diretta e scortese. Ma anche questa, in effetti, inoppugnabile. Se il vostro partner vi comunica con tanta risolutezza la sua scarsa propensione all'erotismo con voi, la vostra libido non può che raffreddarsi o prendere strade alternative. Come consigliato, per esempio, dall'articolo sulla masturbazione.
 
Medaglia di bronzo all’inossidabile "Mal di testa". Datata, abusata e diffusa. Ma con un certo sapore retrò che la rende quasi accattivante. Da considerare nelle serate Vintage. Scesi dal podio, ci troviamo davanti all’universale "domani devo alzarmi presto". Da usare con prudenza, perché facilmente verificabile e non proprio degna di un posto tutto suo, perché appartenente alla grande famiglia della Sóla suprema e cioè la stanchezza. Poco più in basso troviamo l’affanno produttivo. "Sono preoccupata/o per il lavoro" guadagna il quinto posto, confermando l’onnipresente problema (o risorsa) del portarsi a casa i crucci dell’ambiente lavorativo. Si corre il rischio, però, di aumentare l’insofferenza del partner nei confronti della nostra occupazione. Venire dopo il lavoro non rientra nella classifica (in nessuna posizione) delle sensazioni piacevoli da provare.
Il gradino del sesto posto merita tutta l’attenzione possibile. "Mi innervosisci". Dato che la risposta e’ inserita nel sondaggio, vuol dire che più di una persona usa questa simpatica affermazione per far desistere il partner dalle carezze intime. Questo, più che fornirci un dato sui modi di dire No a letto, ci regala la consapevolezza che la cortesia è un atteggiamento in forte declino. Segue l'apparentemente accuditivo "ho sentito il bambino agitarsi", ottimo modo per spostare l’attenzione dell’ingenuo partner sull’inconsapevole prole. Questa scusa ha inoltre una corposità tutta particolare: si distoglie il pensiero dal sesso e si induce nel partner un sottile senso di colpa per il pensiero fuori luogo.



Finale di classifica per il brutale, ma necessario, "dovresti farti una doccia". Pericoloso, però, perché esiste l’eventualità che l’altro ci prenda sul serio e che, in seguito ad una puntigliosa lavata, pretenda ciò che avevamo rimandato. Contando, evidentemente, sulla sua scarsa abitudine igienica. Chiudono la hit parade "ho mal di schiena", variante poco romantica della scusa numero tre e "non ci conosciamo abbastanza", epilogo inutilizzabile con partner di lunga data.
Niente di speciale, quindi, emerge dal sondaggio per aiutarci nel delicato momento del “No”. Uomini e donne provvisti di fantasia, questo appello è per voi. Abbiamo bisogno di risposte creative! Aiutarci ad abbellire il rifiuto è nobile compito, perfetto in tempi quasi natalizi.

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Ma siamo realmente malati di sesso?

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La società del XXI secolo è diventata un’esperta di dipendenze. Ogni giorno una nuova, tanto da parlare di piaga sociale.
C’è chi è dipendente dalla droga, chi dall’alcol, chi dal fumo, chi non può fare a meno del cibo, incredibile quella dal lavoro (work-a-holic), la dipendenza che nasce da comportamenti come il gioco, quella un po’ dispendiosa dello shopping, quella che rende amorfi davanti alla televisione, o a internet, o ai videogame…
Per quanto riguarda il sesso?
Quello che una volta era ritenuto un comportamento naturale, un istinto, un bisogno umano oggi viene classificato come dipendenza. Il sesso ha sempre attirato l’attenzione di uomini e donne, prima perché era un tabù, socialmente accettato solo per fini riproduttivi, poi è stato simbolo di libertà e di trasgressione, e oggi?
Non ci scandalizziamo più per nudità volgarmente manifestate, per gli scandali sessuali che riempiono i giornali, il buoncostume? Solo una parola demodè. Siamo costantemente circondati dal sesso, che torna ormai come un ritornello sulla pubblicità, in televisione, al cinema, in teatro e alla radio. Non parliamo poi di Internet: clicchi per errore un banner pubblicitario e per mesi seni enormi invaderanno le tuo presentazioni in powerpoint!
Tutto questo sesso e la sua manifestazione pubblica hanno spinto l’American Psychiatric Association a pensare seriamente di aggiungere la dipendenza dal sesso nel loro Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders.


Secondo questi psichiatri, la ricerca costante del rapporto sessuale e la masturbazione sarebbero l’espressione più comune di questa dipendenza, tanto che distrarrebbe dal lavoro. Ma c’è anche chi non mangia: 3 adulteri su 4 si consumerebbero durante la pausa pranzo! E pensiamo agli adolescenti!! Cosa facciamo, li rinchiudiamo tutti in clinica disintossicante?


Pensare al sesso può essere considerato una malattia? Certamente nel momento in cui si sconfina nell’ossessione e si finisce per recare danno agli altri, oltre che a se stessi, bisogna intervenire e sanare lo squilibrio. L’ex direttore dell’APA, il Professor Horvath, sostiene che non esisterebbe un metodo semplice e universale per “guarire” da questa dipendenza. Come per tutte le altre, la prima fase sarà l’astinenza, ma nel caso del sesso non è cosa immediata, per non pensare poi se si dipende dalla masturbazione! Ci vorrà sicuramente una fortissima volontà! La seconda fase sarà la rieducazione affettiva, insegnare ai pazienti a costruire e a mantenere relazioni sane, almeno dal punto di vista sessuale.


Non deve essere dimenticato però che il sesso è anche gioco, intimità, un istinto primitivo difficilmente domabile, un piacere al quale non possiamo rinunciare. Quindi, siamo veramente malati di sesso? Forse sì, ma d’altra parte non è forse il sesso che fa girare il mondo?

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